Il mercato discografico moderno è una macchina imponente che produce hit a ritmo incessante, spesso sacrificando la profondità artistica sull’altare del profitto. Ma cosa si potrebbe fare per riportare la qualità al centro della scena musicale?
E allora mi sono immaginato 10 interventi che, tra un pizzico di idealismo e un tocco di concretezza, potrebbero “dare una mano” all’industria musicale:
- Ridurre l’Ossessione per i Numeri
Niente più streaming ossessivo o algoritmi che premiano solo le canzoni da 2 minuti e 30 secondi. Le metriche sono utili, ma non dovrebbero essere il metro definitivo per definire il successo.
Pagherei per un ritorno a quando una ballata di 7 minuti poteva diventare un classico senza bisogno di statistiche.
- Investire nella Scoperta di Talenti Autentici
Le case discografiche dovrebbero smetterla di cercare “il prossimo che suona come X” e iniziare a coltivare artisti unici.
Vorrei vedere un mercato che valorizzi l’originalità e che investa nella crescita degli artisti emergenti invece di inseguire formule preconfezionate.
- Dare Spazio ai Generi di Nicchia
Basta con l’omogeneizzazione musicale! L’industria dovrebbe dare visibilità ai generi meno mainstream, che spesso nascondono i progetti più innovativi.
C’è un mondo intero di musica lo-fi, jazz contemporaneo e folk sperimentale che aspetta solo di essere scoperto.
- Rivalutare il Valore del Disco Fisico
Impossibile abbandonare lo streaming, lo so. Ma proviamo a rivalutare l’importanza del supporto fisico: vinili, CD, persino cassette.
Il piacere tattile di possedere un disco fisico è qualcosa che nessuna playlist digitale potrà mai sostituire.
- Favorire la Sostenibilità nei Tour
Concerti e tour sono fondamentali, ma quanto impattano sull’ambiente? Il mercato discografico dovrebbe abbracciare pratiche sostenibili, dalle energie rinnovabili per gli eventi alle produzioni a impatto zero.
Mi piacerebbe che la qualità della musica si riflettesse anche nel rispetto per il pianeta.
- Promuovere un’Etica Trasparente
È ora di mettere fine ai contratti capestro che sfruttano gli artisti.
Un mercato di qualità è anche un mercato etico, dove ogni figura (dall’artista al tecnico del suono) riceve il giusto compenso per il proprio lavoro.
- Limitare il Sovra-Utilizzo dell’Auto-Tune
Non voglio abolire l’auto-tune (non esageriamo!), ma limitarlo agli usi creativi invece che ai casi disperati.
È ora di dare valore alla genuinità vocale e di lasciare spazio alle imperfezioni che rendano la musica davvero umana.
- Riscoprire il Concetto di Album
Negli ultimi anni l’industria ha preferito puntare sui singoli, ma cosa è successo alla magia degli album?
Pensate che bello sarebbe un ritorno a storie musicali complete, dove ogni brano si intreccia con gli altri per creare un’esperienza unica e coerente.
- Incentivare la Collaborazione tra Generazioni
Cosa accadrebbe se veterani della musica collaborassero di più con giovani talenti?
L’industria potrebbe creare capolavori che uniscono esperienza e innovazione, rendendo ogni progetto musicale un ponte tra passato e futuro.
- Dare Priorità alla Qualità delle Produzioni
Infine, vorrei vedere un impegno maggiore per produzioni impeccabili, dove gli strumenti reali abbiano spazio, i testi siano curati e l’arrangiamento sia frutto di dedizione.
Credo sia arrivato il momento di tornare al lusso della musica ben fatta.
E niente poi quando mi sono svegliato mi sono alzato, sono andato al bagno, ho acceso la radio ed è partita CUORICINI.