5 momenti del Festival di Sanremo che non dimenticherò mai

Febbraio 6, 2025

Magari a vederlo da casa capisco possa risultare una palla mortale, ma vi assicuro che a viverlo da addetto ai lavori sulla riviera ligure, il Festival di Sanremo è una delle esperienze di vita più divertenti in assoluto. Nel leggere le smorfie sui volti di coloro che hanno appreso la decisione di Carlo Conti di non sforare oltre l’una di notte, orario allo scoccare del quale il buon Amadeus ci aveva abituati a non aver presentato manco la metà delle canzoni, mi sono impegnato a fare una piccola classifica dei 5 momenti più divertenti tra tutti i “miei Sanremo”:

Al numero 5

Nel 2021 ero a Sanremo al seguito degli Extraliscio. Era il festival della pandemia e a noi era precluso l’ingresso all’Ariston. Gli autisti autorizzati venivano a prelevare gli artisti e dopo l’esibizione ce li riportavano in hotel come fossero pacchi postali. Noi restammo 10 gg reclusi in hotel e ricordo che nella serata delle cover, frustrati come eravamo da questa prigionia forzata, trasformammo un salone della Astoria Hotel in una vera e propria balera. Mi ricordo che mentre le tv trasmettevano “Rosamunda” nella versione degli Extraliscio, noi tutti ci ritrovammo a ballare quasi ad esorcizzare un momento storico durante il quale ci sarebbe stato solo da piangere. Il Festival di Sanremo si era trasformato nella Notte della Taranta e noi ballavamo con tanto di mascherina anti-contagio opportunamente applicata sul naso. Fu quello uno dei momenti in cui mi ricordo di essermi domandato: “mio Dio, dove sono e soprattutto, cosa sto facendo?”.

Al numero 4

Al Festival del 2005 gli autori al servizio di Bonolis decisero di prevedere la gogna degli artisti eliminati su di una poltrona a sedere sulla quale gli stessi potevano rispondere alle domande dei giornalisti. Con @giovanniarcovito e @scolarimassimo decidemmo di mandare alla gogna @PaoloMeneguzzi il quale, con la scusa di un omaggio allo stesso Bonolis, estrasse dalla tasca il suo nuovo album la cui copertina luccicò per alcuni secondi in mondovisione. La Rai ricevette una valanga di proteste da parte delle case discografiche le quali pretendevano lo stesso trattamento per i loro artisti rimasti in gara, e mentre volavano insulti nei corridoi del backstage, ricordo che rimasi preventivamente nascosto in uno dei bagni pubblici onde evitare di risultare capro espiatorio di una situazione che ci mise un po’ a sgonfiarsi. Però … che risate.

Al numero 3

Durante il Festival del 1997 Striscia faceva irruzione nelle stanze dei cantanti in gara. Quell’anno, asceso alla storia per la vittoria dei Jalisse, io stavo al Festival coi Pitura Freska che cantavano “Papa Nero”. Non so descrivere le risate che feci al bar del Hotel Londra con Antonio Ricci il quale, con la mano davanti alla bocca per paura di esser sentito, mi spiegava perché il servizio realizzato nella camera di Skardy dei Pitura, era meglio non andasse in onda …

Al numero 2

Era il 16 febbraio 1995, e al Festival diretto da Pippo Baudo era attesa Madonna. Le prove del pomeriggio all’Ariston furono condotte in forma segreta e nessuna telecamera fu ammessa in teatro. Ricordo solo che nel tardo pomeriggio mi ritrovai malauguratamente davanti all’ascensore B dell’Hotel Royal, quando all’improvviso la porta scorrevole dell’ingresso secondario iniziò a roteare come in preda a uno tsunami termico, un codazzo di telecamere e reporter strillanti inseguiva una frotta di gorilla tutti vestiti di nero i quali, senza indugio, come un fiume in piena, travolsero tutto quel che trovarono di fronte a loro, me compreso. Ricordo che mi ritrovai, volente o nolente, in ascensore con l’acciaio dell’elevatore ben compresso sulla guancia, l’odore di sudore dei bodyguard era nulla in confronto al dolore da soffocamento, per nulla attutito da un ridondante “Sorry, Sir” che a intervalli regolari di due secondi un Tyson di due metri mi ripeteva tra il primo e il quinto piano. Dopo 15 secondi interminabili si aprirono le porte, feci in tempo a captare un suadente “Hi, darling” che non so nemmeno se fosse diretto a me. Poi, quando ripresi fiato, mi dissero che ero stato in ascensore insieme a Madonna.

Al numero 1

Le scorribande in scooter giù per i tornanti tra l’hotel Nyala e l’Ariston con gli Elli e le Storie Tese vestiti da Rockets. Non potrò mai dimenticare quei momenti … soprattutto le facce di quelli che ci guardavano dai finestrini delle auto quando eravamo costretti a fermarci al Semaforo. Quell’anno con la Terra dei Cachi probabilmente avrebbero dovuto vincere loro. E invece …

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