Nel 2007 mi fu affidato il lancio del nuovo album di Sinead O’Connor, “Theology”.
L’artista irlandese arrivò in Italia per la promozione e io dovetti gestirla col mio staff per due giorni. Niente di strano, ci mancherebbe, se non fosse che lei decise di camminare scalza per Milano e pretese di inserire nel piano di lavoro delle pause di un’ora ogni tre per telefonare ai suoi quattro figli.
“I figli sono la mia unica ragione di vita” mi disse questa donna dallo sguardo come il mare di ottobre, inaspettatamente calmo, ma dal quale non sai cosa poterti aspettare.
Sinead, sguardo basso, stava ore a meditare in una stanza buia. Ci fu un solo attimo, un momento in cui le portai un the e rimanemmo soli nella stanza. Trovai una frase di circostanza per tentare di essere carino. Le dissi che era molto bello questo attaccamento alla famiglia e lei mi rispose: “So per certo che i miei figli sono l’unica ragione per la quale Dio mi vuole ancora su questa terra, altrimenti non saprei spiegarmi il perché“.
Sinead O’Connor non scherzava, ma ebbi modo di capirlo solo qualche anno dopo.
A cura di
Marco Stanzani
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