QUELLA VOLTA CON MARIO BIONDI
Durante la fase di lancio dell’album live “I love you more” pernottai per tre notti al Melià di Milano insieme a Mario Biondi. L’hotel davvero prestigioso è il preferito anche di molte squadre di calcio, sia delle milanesi che di quelle in trasferta. Una sera mentre cenavo con Mario, un paio di calciatori piuttosto famosi si avvicinarono al nostro tavolo per fargli i complimenti. Mario si alzò con tutti i suoi due metri di possanza ed accettò volentieri di scattare foto e firmare autografi. Questi due calciatori ci dissero che avevano da tempo avviato una linea di abbigliamento con tre punti vendita su Milano e siccome eravamo prossimi a Natale, ci proposero di passare il giorno seguente nel loro store più importante per fare compere sulle quali ci promisero uno sconto del 70 per cento. Al periodo Mario aveva “solo” 4 figli e così lo accompagnai volentieri il giorno seguente, convinto che anch’io avrei trovato qualcosa di carino per mia figlia Chiara. Infatti scelsi un paio di sneakers, una cuffia hip hop, una canotta estiva e mi presentai alla cassa. Mentre aspettavo che mi facessero il conto vedevo Mario che indicava alla commessa tutte le cose che gli piacevano e che irrimediabilmente finivano in un carrello sospinto da una seconda aiutante anche lei con tanto di divisa ufficiale della griffe. Lo zelo col quale ci seguivano mi tranquillizzava sul fatto che i nostri amici calciatori avessero annunciato il nostro arrivo, ma soprattutto mi dava la conferma che sarebbe stato applicato il famoso 70% di sconto. Sono 638 euro, mi disse a bruciapelo la cassiera … occazzzo! Si ricordo che pensai solo questo: occazzo! … “mi scusi”, le dissi, “le hanno riferito che bisognerebbe applicare il 70 per cento di sconto?” … “ma certamente”, mi rispose tutta impettita la signorina… “Ho già calcolato e stornato dalla cifra complessiva lo sconto promesso” … ommmiseria pensai, ed intanto vedevo Mario a 7 metri che diceva cose tipo “e poi prendo questo e mi dai anche quello, quello e anche questo …” e riempiva riempiva riempiva …. A me non restò che compilare un assegno, ma 10 minuti dopo ricordo nel taxi di non aver udito mai così tante maledizioni in catanese in un colpo solo …
A cura di
Marco Stanzani
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