2005 – 2022: cosa è cambiato nella promozione discografica? Ecco alcune differenze sostanziali.
Non so per quale recondito motivo mi è capitata sotto al naso una mail spedita nel 2005 in cui trattavo la partecipazione di Loredana Berté al programma di Celentano intitolato “Rockpolitik”.
In un attimo mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo e sono andato a rileggermi una serie di corrispondenze del periodo.
Ne è emersa una analisi comparativa tra quel che serviva 17 anni fa per emergere e quel che occorre ora.
Per semplificare e rendere giocosa la cosa, ho fissato alcuni punti comparativi tra quel che serviva ieri e quel che serve oggi, così potrete analizzarli anche voi e giungere alle vostre conclusioni.
Nel 2005, se avevi un progetto teen da lavorare, la prima cosa che dovevi fare, era proporre il video per la programmazione su Mtv.
Era fondamentale che la band su cui stavi lavorando potesse partecipare al programma TRL – Total Request Live.
Nel 2022 se stai lavorando su un progetto teen, l’unica cosa che puoi sperare è che la band abbia un livello di engagement sui social tale da auspicare una crescita in termini di seguito ed ascolti dei brani. Non esiste più un programma tv per ragazzini perché sono proprio loro, i primi, a non seguire la televisione.
Serve una strategia di sponsorizzazione mirata su Youtube che porti il video a un monte visualizzazioni ben oltre i 5 milioni. Altrimenti non sei nessuno e devi ancora crescere.
Nel 2005 era la radio a fare da apripista ai successi discografici perché era essa stessa foriera di consigli musicali per tutti gli ascoltatori e potenziali acquirenti.
Nel 2022 esistono svariate piattaforme di streaming legale, gli utenti possono scegliere cosa ascoltare e quando farlo.
Per questo motivo la radio non è più un punto di partenza per la promozione, ma un punto di arrivo nella strategia di lancio.
Se la radio arriva a programmare la tua canzone, allora è già iniziata la tua fase di consacrazione.
Nel 2005, se avevi una band, riuscivi a suonare nei club solo se le radio programmavano i tuoi brani.
Nel 2022 finisci col tuo singolo in radio solo se hai già una cospicua attività live.
La situazione si è dunque palesemente capovolta.
Se il successo in campo discografico nel 2005 si valutava esclusivamente attraverso le vendite dei cd, nel 2022 lo si misura solo attraverso gli ascolti generati dalle app e dai social di riferimento.
Dalle vendite agli ascolti insomma, in un percorso che ci ha portati a valutare la musica solo come un bene del quale usufruire gratuitamente.
Perché le uniche due varianti rimaste costanti nel corso di tutti questi anni sono sempre quelle:
Sanremo e “che c’hai due pass per il concerto?” …
a cura di Marco Stanzani