CLASSIFICHE FIMI, INTERESSANO ANCORA?

Ottobre 4, 2024

Venerdì scorso LAZZA occupava le prime dieci posizioni della CLASSIFICA FIMI dei singoli con altrettanti brani.
MA QUESTE CLASSIFICHE HANNO ANCORA UN SENSO? E CHI LE LEGGE?

Venerdì scorso ho ricevuto come al solito le nuove classifiche FIMI. Confesso che non è mia abitudine andarle a spulciare perché da quando le chart vengono stilate principalmente sulla base degli streaming e non più delle vendite, non ne capisco più tanto il senso.

Comunque, nelle prime dieci posizioni dei singoli più “nonsocosa” (ascoltati, streammati, vomitati?) ci sta Lazza.

Lanciate per la prima volta trent’anni fa, le classifiche Top Of the Music costituiscono l’unico riferimento ufficiale sul mercato italiano e si sono sempre adattate alle evoluzioni tecnologiche e alle mutazioni nei consumi tant’è che proprio dall’inizio del 2024 è rientrato nel monitoraggio l’audio streaming ad-supported (cioè il dato relativo a quella musica che viene utilizzata anche in pubblicità in formato audio o video) e soprattutto è stato introdotto per la prima volta in Italia il formato video streaming.

Per cui oggi esistono 3 tipologie di classifiche elaborate sulla base delle informazioni di mercato rilevate da GFK Italia Srl:

  1. Top 100 Album (che comprende: album su supporto fisico, download digitale, ascolti in audio streaming premium e add-supported)
  2. Top 100 CD e VINILI (che comprende album fisici con il maggior numero di vendite rilevati all’interno dei canali rappresentati)
  3. Top 100 Singoli (canzoni col maggior numero di download, di ascolti in streaming audio e video, premium e add-supported)

Ma dal 1 Gennaio è stata anche inserita una grande novità che è costituita dalla cosiddetta ECONOMIC WEIGHTING MODEL secondo cui il contributo alle classifiche dello streaming è commisurato al valore economico generato dai due formati dello streaming stesso dominanti:

  1. ADD-SUPPORTED o FREE
  2. STREAMS A PAGAMENTO o anche PREMIUM

Si tratta di cambiamenti opportuni perché tengono conto del mercato, ma la domanda sorge spontanea: perché non è stato aggiunta, come accade in Inghilterra, la limitazione a 3 come numero massimo di brani ammessi per ciascun artista nella top 100 singoli? Così facendo si eviterebbero invasioni, tipo quella di Lazza, che stravolgono il significato della classifica.

Parere personale eh, per carità.

In definitiva, mentre le classifiche Fimi hanno avuto un ruolo significativo nella storia della musica italiana, la loro influenza nel 2024 è in discussione. Con il cambiamento del modo in cui ascoltiamo e interagiamo con la musica, la sfida per queste classifiche sarà quella di evolversi e trovare un nuovo posto in un panorama musicale in continua mutazione. La domanda rimane: chi le legge ancora?

Scommetto che tra di noi siamo in pochi pochi pochi.

N’est pas?

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