Un’occasione unica per il pubblico reatino. Dopo il tutto esaurito nei grandi teatri delle principali città europee, prima della ripresa a Roma, eccezionalmente arriva sul palcoscenico del Teatro Flavio Vespasiano il 6 e il 7 novembre nell’ambito del Reate Festival il Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio.
Un’idea nuova e assolutamente originale, uno spettacolo sorprendente, trasgressivo, che abbatte i confini tra i generi, definito da Le Monde “glamour e iconoclasta”, una rivisitazione della grande opera settecentesca utilizzando un mix di linguaggi familiari al pubblico odierno. Il Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio è un’invenzione in cui il travestimento linguistico e musicale costituisce il perno intorno a cui ruota l’intera messa in scena.
Costituita da musicisti che provengono da dieci paesi e parlano nove lingue diverse, l’Orchestra di Piazza Vittoriomischia la musica tradizionale di ogni paese, e la intinge con rock, pop, reggae, e classica, giungendo ad una sonorità unica, una lingua unica, quella della musica. Dopo essersi cimentata in maniera originale e imprevedibile nel Flauto magico mozartiano e nella Carmen di Bizet, l’Orchestra di Piazza Vittorio approda ad un caposaldo dell’opera e del teatro occidentale come il Don Giovanni di Mozart esprimendo un’idea precisa del messaggio in essa contenuto.
“Siamo abituati all’idea di un Don Giovanni burlone, che si finge spesso un altro – racconta Mario Tronco, direttore artistico dell’Orchestra e regista dell’opera insieme ad Andrea Renzi –. Il travestimento, la mascherata sono le tentazioni per lui irresistibili Amare le donne e diventare ogni volta un altro. Potrebbe essere una definizione del Teatro come luogo in cui esseri in carne ed ossa si fingono altri. Il nostro ‘Don Giovanni’ parte però da presupposti diversi. L’idea è quella di sempre: rappresentare se stessi nei panni di altri, recitare il ruolo di se stessi con le parole e il carattere di personaggi di fantasia”.
La novità nella nuova interpretazione dell’opera è la lettura psicanalitica. “L’invenzione dell’intervento sovrannaturale prende la forma dell’inconscio. Il protagonista invita a cena una statua dell’uomo che ha ucciso, evento che, se nella commedia dell’arte era bizzarria comica, oggi si potrebbe considerare esercizio di psicanalisi.” Molte le implicazioni che conseguono a questa rilettura, e sarà una sorpresa per lo spettatore coglierle nel corso dello spettacolo.
Dal punto di vista musicale e scenico è stata scelta un’ambientazione dal gusto anni ’20 e il ruolo di Don Giovanni è stato affidato ad una voce femminile, quella di Petra Magoni indimenticabile Regina della notte del Flauto magicomozartiano nella prima produzione dell’Orchestra. Capace di mille travestimenti e abile a muovere in scena le fila di tutta la vicenda, intorno a Petra Magoni/Don Giovanni si sviluppa tutta la drammaturgia musicale dello spettacolo nato dalla mente di Mario Tronco, Leandro Piccioni e Pino Pecorelli.
Nel cast troviamo insieme a Petra Magoni, Mama Marjas (Zerlina), cantante reggae già molto applaudita nel ruolo di protagonista della precedente Carmen, Omar Lopez Valle (fra le presenze storiche ormai dell’Orchestra) che vestirà i panni di un Leporello in versione cubana; e ancora la cantante lirica di origine albanese Hersi Matmuja (Donna Elvira), il brasiliano Evandro Dos Reis (Don Ottavio), il tunisino Houcine Ataa (Masetto) e, alla sua prima collaborazione con l’Orchestra, Simona Boo (Donna Anna), dal 2015 vocalist dello storico gruppo napoletano dei 99 Posse. Saranno loro a trasformare il libretto di Lorenzo Da Ponte in una versione multilingue che abbraccia l’italiano, il francese, l’arabo e il portoghese.
Il Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio è una coproduzione Fondazione Teatro di Napoli, Teatro Bellini, Accademia Filarmonica Romana, Les nuits de Fourvière – Lione.
Prossimi appuntamenti:
TEATRO OLIMPICO, Roma
da venerdì 9 a domenica 18 novembre 2018
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