BUON COMPLEANNO CARA RADIO

Ottobre 10, 2024

100 anni di radio, ok, ma stavo pensando:

CHE RADIO SAREBBE QUELLA DI OGGI SE NON CI FOSSERO STATI I RADIO-DRAMMI, I DISCHI A MACK2, SCARPANTIBUS O SENZA L’IRRUZIONE VISSUTA IN DIRETTA DELLA POLIZIA NEGLI STUDI DI RADIO ALICE?

 

Quante fasi ha vissuto la radio, ci avete mai pensato?
Effettivamente la storia della radio è riassumibile, schematicamente ma realisticamente, in tre momenti.

C’è un primo breve momento di euforia che definirei “liberal-illuministica”, una sorta di proiezione vie etere negli anni venti del clima vagamente euforico da Belle Époque, una volta superato l’incubo della Grande Guerra. La radio affianca la stam

pa, con una gestione in Europa affidata a servizi pubblici. E sempre rispetto alla stampa comincia a raggiungere anche i ceti meno acculturati, viene ascoltata anche da quanti hanno meno dimestichezza con le diverse lingue. Diventa quello strumento di unificazione linguistica delle varie nazioni così com’è stato riconosciuto, soprattutto in Italia dove c’è un alto tasso di analfabetismo.
Segue un secondo periodo che in alcune nazioni si caratterizza per il suo asservimento ai regimi totalitari che le governano. Accanto alla stampa e al cinema, la radio è un fondamentale canale di contatto con la pubblica opinione attraverso cui il regime fascista, dalla presa del potere negli anni ’20 fino agli ultimi atti della repubblica di Salò nel ’44-’45, tenta di ispirare e controllare la vita e le opinioni del popolo italiano.
Infine, c’è la terza fase, quella conclusiva, quella che dal secondo dopoguerra si protrae fino a noi, e che potremmo chiamare di rifondazione e di riscatto di una radio, anzi, di tante radio che si sono poste e si pongono l’obiettivo di contribuire alla rinascita civile e culturale dei nostri Paesi, al mantenimento e allo sviluppo della vita democratica tra le nostre nazioni e all’interno di esse.
Ora, il problema che ci si pone è:

CHE COSA E’ LA RADIO OGGI?

ma soprattutto

CHE RADIO SARA’ QUELLA DI DOMANI?

Che ne sarà di lei quando la sua voce e i suoi messaggi multimediali arriveranno a noi per tante strade diverse, favorite dall’adozione del DAB, (Digital Audio Broadcasting), che non parla più specificamente di “radio”, ma si riferisce a tutti i segnali “audio” che ci arrivano attraverso i più disparati percorsi, portandoci un’eccezionale qualità sonora, nell’ambito di un sistema integrato di messaggi e di servizi. Come potrà essere coltivato nel futuro prossimo il nostro “udito”, l’organo appunto di ricezione dei segnali sonori, quando questi non saranno più incapsulati in quel piccolo contenitore, così come scriveva Bertold Brecht : “Tu piccola scatola….. promettimi di non tacere all’improvviso…”

Proprio così, CARA RADIO, promettimi di non tacere all’improvviso.

E altri 100 di questi giorni.

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