Siamo reduci da un weekend a San Marino dove abbiamo gestito le sale stampa di San Marino Song Contest.
A vincere è stato Gabri Ponte con “Tutta l’Italia” che rappresenterà la stessa Repubblica del Titano a Eurovision Song Contest nella speranza che davvero “tutta l’Italia” contribuisca a portare San Marino in finale votandola (come già sapete uno stato non può votare il proprio cantante in gara, ma trattandosi di Gabri Ponte per San Marino, ecco che noi italiani potremo votarlo).
Nonostante il brano fosse stato utilizzato per introdurre il reingresso alla diretta dall’Ariston dopo le pause pubblicitarie lanciate da Carlo Conti, ho avuto modo di concentrarmi con più attenzione su mood, cadenza, melodia e testo della canzone solo pochi giorni fa a San Marino. E dopo una intro dal sapore folk-salentino, è innegabile quanto spinga la cassa verso territori a metà strada tra il Cocoricò e la Notte della Taranta (ed in effetti si è poi saputo che il brano avrebbe potuto essere co-prodotto dalla fondazione «La notte della Taranta» con un possibile coinvolgimento dello stesso Gabri Ponte come maestro concertatore del 2026).
Insomma, una commistione di generi e mondi che ancora una volta mi hanno convinto quanto ormai la musica abbia abbandonato generi musicali specifici lasciandosi dondolare tra commistioni di suoni avvicinabili a mille mondi, uno diverso dall’altro.
Per questo da un paio di giorni mi domando:
Sono i Deejay la causa dell’ibridazione dei “generi musicali” o è stata la contaminazione dei generi a provocare il successo dei deejay nel mondo?
I deejay, sono da sempre considerati alchimisti musicali. Sin dagli anni ’70 e ’80, sono stati loro ad aver sperimentato e mescolato suoni per creare nuove esperienze sonore. Ricorderete figure leggendarie come Grandmaster Flash e Larry Levan che gettarono le basi per questa arte, mescolando funk, disco, hip-hop e soul. La loro abilità nel fondere generi diversi aprì la strada all’ibridazione musicale. Ma erano gli stessi generi a richiedere questa trasformazione?
La “Contaminazione” è divenuta un imperativo evolutivo.
D’altra parte, l’evoluzione della musica è sempre stata guidata dalla contaminazione. L’incontro tra culture, strumenti e stili diversi ha portato alla nascita di nuovi generi. Pensiamo al jazz, nato dall’incontro tra blues, ragtime e musica classica, o al rock ‘n’ roll, frutto della fusione tra rhythm and blues e country. La contaminazione non è una scelta, ma un processo naturale dell’evoluzione musicale. In questo contesto, i deejay non hanno fatto altro che accelerare e amplificare questo fenomeno, portandolo a nuove vette.
Si ma che ne pensano di tutto ciò gli “Algoritmi” che sono i “Nuovi Guru della Musica”?
Con l’avvento dello streaming, gli algoritmi delle piattaforme come Spotify e Apple Music hanno iniziato a giocare un ruolo cruciale nel plasmare i gusti musicali del pubblico. Questi algoritmi, progettati per scoprire nuove tendenze e preferenze, hanno favorito l’emergere di brani che mescolano elementi di diversi generi. È così che è nato il “tropical house” di Kygo, che fonde elettronica e suoni caraibici, o il “trap country” di Lil Nas X. I deejay hanno saputo cavalcare questa onda, sfruttando al massimo le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.
Un altro fattore determinante è stato l’esplosione delle collaborazioni tra artisti di generi diversi. I deejay sono diventati maestri in quest’arte, collaborando con pop star, rapper, cantanti soul e musicisti di ogni genere. Negli anni 80 lavoravo alla radio ed in discoteca (ebbene si, sono stato dj pure io) e quando sentii per la prima volta “Walk this way” dei Run Dmc con gli Aerosmith quasi mi prese un colpo. Ma pensiamo anche ad hit come “Where Are Ü Now” di Skrillex e Diplo con Justin Bieber, che ha unito elettronica e pop in maniera perfetta. Queste collaborazioni hanno non solo arricchito il panorama musicale, ma hanno anche permesso ai deejay di raggiungere un pubblico sempre più vasto e diversificato.
Il risultato finale di tutto ciò è una “Musica Senza Confini”
E in fondo, se ci pensate bene, l’ibridazione dei generi musicali e il successo dei deejay sono due facce della stessa medaglia. I deejay hanno sfruttato la naturale tendenza alla contaminazione per creare nuove esperienze sonore, mentre la mescolanza dei generi ha permesso loro di emergere come figure centrali del panorama musicale globale.
Non esiste una risposta univoca alla domanda “chi è venuto prima?”, perché entrambi i fenomeni si alimentano a vicenda in un circolo virtuoso.
Proprio come l’uovo e la gallina insomma, e state sicuri che se beccate il pezzo giusto, le uova diventano d’oro …