Perchè al Promoter viene il mal di testa?
Avete visto? Sono stato a fare due chiacchiere sulla situazione della musica in radio alla Università Cattolica di Milano e ho notato che stanno tutti incacchiati dal fatto che la radio programmi la stessa musica. Tutti i produttori sono risentiti con gli editori radiofonici accusati a loro volta di non dare spazio alla musica italiana emergente. Le radio da par loro si lagnano dicendo che le case discografiche propongono troppa musica rispetto alle reali necessità delle emittenti. Questo della lagna perpetua e sistematica è una prerogativa di noi che lavoriamo nel settore discografico. Potrei scrivere libri su artisti che riempiono gli stadi ma che si lamentano perché in radio non passano, o di artisti che stanno ai vertici della chart radio ma si lamentano perché dal vivo fanno solo 40 paganti.
E se un artista non ha successo in radio la colpa è del promoter che non sa fare bene il suo lavoro.
E se va bene in radio ma non ha successo dal vivo di chi è la colpa? Sempre del promoter che non riesce a fare passare attraverso un oculata comunicazione il giusto interesse per i live dell’artista stesso.
Comunque la giri la figura del promoter è quella alla quale si deve essere ispirato Pennac nel descrivere il personaggio di Malaussene, il perfetto capro espiatorio, pagato nel supermercato nel quale lavora per essere cazziato di fronte al cliente lamentoso. Ecco perché a noi promoter viene spesso il mal di testa. O almeno a me, di mercoledì. Sempre.
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