Illegacy: Roberta di Mario

Marzo 7, 2018

Cerchiamo sempre artisti internazionali, che possano regalarci suoni diversi e universali; artisti che possano quindi raccontare le nostre emozioni andando oltre ciò che viviamo nella nostra penisola. Quasi sempre ci troviamo quindi ad adulare musicisti stranieri, come se unicamente i nomi con qualche J, K o H di troppo possano avere un valore artistico inestimabile, ma gli artisti internazionali, grazie a Dio, li abbiamo in Italia.

È il caso di Roberta Di Mario, un nome facile, che si legge come si pronuncia, semplice, proprio come è lei, che nonostante una carriera sempre più in crescita anche negli Stati Uniti, si è mantenuta nella sua integra genuinità, con cui con eleganza e armonia può esprimersi al pianoforte arrivando al cuore di chi l’ascolta. Pianista e compositrice appassionata ed emotiva, classe ’72, Roberta Di Mario trasmette il suo suono dolce e violento al mondo del teatro, del musical, del jazz, swing, pop, contemporaneo. Sono passati ormai 8 anni dal suo primo album “Tra il tempo e la distanza”, e lo scorso ottobre è uscito “Illegacy”, un progetto completamente nuovo, accompagnato da videoclip seguiti da registi quali Matteo Foresti, Riccardo Sabetti e Simone Peluso.
Un album solo strumentale con cui Roberta può raccontare emozioni, e in qualche modo il suo stesso rapporto con la musica: il legame tra la vita e la musica.
“My everything” è uno dei brani che vi suggeriamo di ascoltare che sottolinea proprio questa presenza della musica in ogni angolo. Se per Sant’Agostino l’amore è ovunque, per Roberta la musica, che non è quindi molto diversa, è il nostro tutto. Ognuno di noi insegue sempre quel “TU” a cui poter dedicare interamente la propria vita, e Roberta nell’averlo trovato ci suggerisce questa strada che le ha cambiato l’esistenza e che sicuramente può migliorare quella di molti di noi.
Ci si perde nelle immagini di Parigi in “Duende”, dove tormento e dolcezza accompagnano la ricerca di uno stato d’animo emozionale a cui non si arriva se non in un percorso dove non ci sono regole, ma solo un’irrazionalità che sta dentro a ogni persona anche inconsapevolmente.
Un’artista internazionale a tutti gli effetti insomma con diversi progetti internazionali previsti durante il 2018. Abbiamo avuto la fortuna di potere fare una chiacchierata con Roberta, e ci ha svelato alcune curiosità, che ce ne hanno fatto innamorare ancora di più.

 

“Illegacy”, la musica è illegale?
Il titolo è in realtà una parola che non esiste, è frutto della mia fantasia, e deriva dall’unione di due termini: “illegal” e “legacy”. Illegal è la musica che ruba l’anima, il cuore e che regala la fortuna di rivivere determinati momenti ed emozioni a chi ascolta; legacy sono le radici, l’eredità strumentale a cui sono tornata dopo l’esperienza cantautoriale di due anni.

Qual è la differenza tra l’essere cantautrice e l’espressione di pensieri senza parole?
Con la musica solo strumentale ho a disposizione 88 tasti del pianoforte, senza i limiti di voci e della stessa lingua italiana che, pur essendo meravigliosa, ha in sé dei limiti oltre i quali è difficile potere andare per potere far comprendere a tutti il pensiero che si vuole esprimere. In questo senso, quindi, la musica strumentale dà un messaggio più potente, perchè non evochi emozioni attraverso parole o concetti: anche dei miei brani racconto sempre al massimo solo aneddoti. Questo mi consente di avere anche un respiro più internazionale. Siamo partiti dagli Stati Uniti e ora sono pronte anche altre date per l’estero. Amo l’Italia, e poterla rappresentare all’estero, suscitando emozioni, mi fa essere ancora più orgogliosa delle mie origini.
“No Intimacy” è accompagnato da un bellissimo video girato a Venezia, dove si vive l’inquietudine che già di suo la laguna offre, e l’immagine è accentuata dalla musica che descrive l’emozione.

Come nascono i tuoi video? Immagini una musica vedendo un luogo?
Prima nasce sempre la musica. Dopo la confezione del pezzo, è stata scelta Venezia come teatro di questo video, appunto perchè Venezia crea una sua inquietudine e al tempo stesso essendo un brano d’amore, con cui si vogliono superare le barriere che ci bloccano ogni giorno e ci impediscono di guardare nella nostra intimità, quale città meglio di Venezia? Una città elegante, raffinata, inquieta; ormai oggi siamo trasformati e ci concediamo poco spazio per noi stessi e per i nostri sentimenti, anche per paura. Ma la vita deve essere altro.

C’è un motivo per cui hai iniziato a suonare il pianoforte e non altri strumenti?
Ho iniziato a 5 anni, sono stati molto bravi i miei genitori ad accorgersi di questo mio talento naturale e ad aiutarmi a coltivarlo. Mia madre mi osservava mentre ero sul seggiolone e vedeva i miei movimenti con le dita con cui mimavo di suonare il pianoforte. Diciamo che sono nata con il pianoforte, quindi non avrei potuto dedicare la mia vita ad altro.

Le radio impongono una musica commerciale, se uno vuole ascoltare una pianista in qualche modo deve cercarla un po’ di più. Quali sono i canali preferenziali per la musica strumentale?
Oggi sicuramente il web permette di farsi conoscere da tutti, ed è un mezzo potentissimo. Ci sono anche radio che trasmettono questa musica, e che aiutano a far conoscere questo pianismo contemporaneo pop. Con il pianoforte il pop diventa colto ma rimane sempre popolare, e si dà la possibilità di farsi conoscere e comprendere da tutti. Io voglio fare arrivare il messaggio per cui tutti possono interessarsi a questo genere di musica, senza necessariamente essere esperti di musica classica. Siamo anche poche donne in questo ambiente, e per questo tengo particolarmente a fare conoscere questo progetto completamente innovativo: nessuno prima d’ora aveva unito video e immagini con una musica da piano, e così siamo riusciti ad arrivare al cuore della gente e ad avvicinare tante persone al mondo della musica pianista pop contemporanea.

Ci sono persone particolarmente importanti nella tua carriera?
Sono costantemente ispirata dai grandi classici come Bach, fino ad arrivare ai Coldplay o ai Sacramoto. Le mie ispirazioni sono molteplici. Sicuramente devo ringraziare Marco Stanzani che ha sempre creduto in me e ha portato avanti questo progetto Di Mario che ora prosegue sempre con maggior forza.

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