Non ascoltate i telegiornali, non leggete la cronaca. Leggete dei libri! Cit. Vasco Rossi

Luglio 24, 2023

Prendo spunto da questo tweet in cui @Vascorossi lancia una sincera esortazione

“Non ascoltate i telegiornali, non leggete la cronaca. Leggete dei libri”

Per disquisire sul tema “Ma è vero che i tg creano pessimismo nella popolazione?”

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Viviamo nell’era dell’informazione, dove tutto ciò che accade è alla portata di un click, dove le notizie che prima erano monopolio esclusivo di giornali e telegiornali, adesso invadono gli spazi che sono diventati per noi il mezzo informativo più incisivo e veloce: le bacheche dei nostri profili social.

Confesso di non riuscire a fare colazione senza avere un telegiornale in sottofondo, ma recentemente mi sono accorto che le parole usate nei tg e nei siti di cronaca risultano molto spesso negative in modo sproporzionato.

Se ascoltate i titoli di un tg o leggete le prime pagine dei quotidiani (ed io l’ho fatto ieri mattina) scoprirete che i termini evidenziati sui titoli sono i seguenti: strage, attentato, morti, tragedia, investimenti, uccisa, incidente, investimento, arrestati, terrorismo, feriti, moriva scomparso, violentata, alluvione, emergenza, incendio, shock.

In effetti a pensarci bene, ascoltare queste parole è un po’ come assumere di tossine, perché se questi sono solo i titoli, pensate che scorpacciata si fa la nostra mente sui social. A ben pensare, la felicità avrebbe bisogno di cura, di attenzione, certamente di altro insomma.

Penso sempre che così come seguiamo diete per mangiare sano, alla stessa maniera dovremmo cercare di fare attenzione a ciò che ascoltiamo, per non compromettere la serenità della mente.

“Chi detiene il potere vuole che la gente sia triste e abbia paura… Noi artisti per la tristezza possiamo far qualcosa, per la paura… vi dico guardate meno i telegiornali e guardatevi più intorno, che è quello che conta…” (Vasco Rossi – Facebook 26-8-21)

Sfruttando una nostra innata predisposizione a prestare attenzione al pericolo, i telegiornali presentano un’alta percentuale di notizie negative e una bassa percentuale di notizie positive.

Questo non significa che nel mondo avvengono principalmente eventi tragici, ma che questi acquistano priorità su altri fatti.

Sullo schermo il mondo appare come un luogo estremamente violento, con la conseguenza che si vengono a creare, nella mente di chi guarda, preoccupazione e stress.

Si forma l’effetto “Risonanza” attraverso il quale il telegiornale può dare vita a stereotipi negativi e paure infondate : se il TG parla di una violenza compiuta da un immigrato, mi sentirò certamente meno sicuro se per strada ne incontrerò uno; alla stessa maniera se sento parlare di un attentato in aeroporto avrò più paura di volare.

Avremo così una sensazione di paura “percepita” anche se non reale, e la nostra percezione del mondo verrà conseguentemente alterata.

E’ pur vero che senza spettatori i tg non lavorerebbero e quindi che cosa occorre fare per tenerli incollati alla tv durante i notiziari?

L’unica soluzione che appare evidente è la “sensazionalizzazione a tutti i costi” (ancora meglio se con l’ausilio di musica unita alle immagini) attraverso la quale si ignorano problemi reali facendo sembrare gravissime problematiche minori. Per esempio, per quanto omicidi o attentati terroristici rappresentino solo lo 0,9 per cento delle cause di morte, giornali e telegiornali tendono a soffermarsi esageratamente su queste che, dati alla mano, risultano essere cause di decesso minori. È allora evidente che il telegiornale ha bisogno di dipingere un mondo pericoloso, dove regnano terrore e disgrazie. E lo fa perché questo è ciò che attira la nostra attenzione, ciò che ci tiene incollati allo schermo.

“La tv è uno strumento potente, che forma le coscienze, che è capace di condizionare milioni di persone.” (Vasco Rossi – Facebook – 26 agosto 2021)

La verità è che il mondo è molto più complesso di quanto sembra, e non può essere raccontato in 20 minuti.

Servirebbe un pensiero divergente ed una maggiore capacità di osservazione per distinguere ciò che è realmente un pericolo da ciò che non lo è.

La vita non si vive in digitale, si vive in carne e ossa, perché è in questo modo, attraverso l’esperienza diretta, che possiamo comprendere appieno la realtà che ci circonda.

Il punto centrale nel processo educativo non consiste soltanto nell’insegnare fatti, ma nell’insegnare quanto sia importante l’eliminazione della violenza”(K. Popper – “L’illusione del materialismo”)

Probabilmente il mondo non dovrebbe avere bisogno di gente passiva informata sui fatti, ma di più persone attive con le conoscenze giuste per fare la differenza.

La tv dovrebbe essere quella che FORMA e non quella che DISFA le regole: mentre ora grida all’omosessuale, al drogato, allo zingaro…” (Vasco Rossi – Facebook – 26 agosto 2021)

E voi che ne pensate?

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