Adesso che anche questo Sanremo “ce lo semo tolti”, possiamo fermare un attimo le bocce e provare a fare il punto della situazione.
Il primo dato che appare assodato è la nuova simbologia legata al termine SUCCESSO. Scordiamoci in tal senso il dato legato alle VENDITE e accogliamo come termometro del successo la parola ASCOLTO. La canzone che risulterà la più ascoltata sulle piattaforme di Streaming Legale, sarà quella che si potrà considerare come vincitrice del FESTIVAL DI SANREMO.
E’ evidente che su alcuni artisti il Festival di Sanremo produrrà un indotto importante al fine di incrementare gli ascolti della canzone in gara al Festival e conseguentemente il repertorio legato a passato e futuro dello stesso cantante. Per altri artisti già affermati su Spotify e Affini il Festival di Sanremo avrà il merito di fornire una mano di vernice fresca ad un repertorio già posizionato e opportunamente collocato. Fin qui tutto bene, eppure appare evidente che qualcosa manchi per chiudere il cerchio.
QUANTO CI MANCA LA MUSICA LIVE
Quel che emerge è che ahinoi, in entrambi i casi ciò che risulta assente è il vero anello mancante, ma necessario, nella catena alimentare della discografia: il Live. Il Live è il vero elemento che scatena il filo conduttore legato alla fenomenologia dei progetti, ossia il PASSAPAROLA. Questo se alimentato opportunamente attraverso i social, determina i flussi nelle carriere degli artisti sia che essi cavalchino praterie pop/rock/cantautorali e si mostrino come il nuovo che avanza nell’universo rap o trap. La pandemia ha decretato un fermo mortale nelle diverse tipologie di eventi dal vivo. Oltre il 30 per cento dei lavoratori in questo settore ha dovuto abbandonare per sempre la propria occupazione nel settore della musica live.
A tal proposito è stata lanciata una campagna da parte di oltre 50 artisti che hanno partecipato alla campagna organizzata da KeepOn Live, Arci e Assomusica con la collaborazione di Live DMA per supportare un settore fermo da un anno. Oltre 120 live club si sono domandati: “Ci sarà un ultimo concerto? O c’è già stato?”. Il 28 gennaio scorso, un’immagine con un grande punto interrogativo è comparsa simultaneamente sui canali social dei live club simbolo della musica dal vivo contemporanea in Italia. La foto stava ad indicare l’anno di nascita e il 2021 a suggerire il possibile anno di chiusura. Risalgono infatti a febbraio di un anno fa i primi concerti rimandati a causa dell’emergenza sanitaria. La campagna sottolineava anche l’importanza delle attività legate alla musica live. Ogni anno sono coinvolte oltre 7 milioni di persone a livello nazionale contando soltanto le presenze che partecipano agli eventi nei Live Club e Festival e intendeva fornire lavoro a circa 30.000 professionisti.
Noi della Red&Blue da circa due anni siamo impegnati anche nella consulenza booking a favore di tutti gli artisti che decidono di affidarsi a noi per la promozione. In questa fase di stallo abbiamo pertanto pensato fosse doveroso fare il punto della situazione con Davide Motta che è il nostro Senior Booking Manager.
Viviamo da un anno un silenzio assordante, una impossibilità di esprimersi, che un artista ormai vive come una vera e propria ‘asfissia’. Sì, perché come ‘l’ uomo comune’ respira, l’Artista deve ‘trasmettere’ o pian piano soffoca. Da febbraio 2020 i concerti e l’arte in Generale sono vietati, anche nel tanto decantato ‘Bel Paese’, che nei secoli è stato bandiera dell’arte. Davide Motta nella tragedia del suo settore, ha cercato sempre di trovare soluzioni con i concerti legati alla ristorazione nella zona gialla, con il particolare Rock a pranzo o nei brunch rock, e con lo streaming, ma non da casa nella propria cameretta, ma su un palco ed in presenza. In fondo se domani rimanesse poco cibo, dovremmo accontentarci di quel che c’è da mangiare, così come oggi dobbiamo dare la miglior veste possibile a quello che questo dannato virus ci concede. Ha cercato di far squadra con colleghi, in importanti agenzie Booking e con amici artisti nazionali, così da creare situazioni sfruttabili. Ha organizzato live in location come teatri e ville chiuse e, grazie a ristoratori coraggiosi, che sposano le nostre stesse passioni, ho dato voce agli Artisti, in totale sicurezza. Ciò che più rattrista, è il sentirsi abbandonati e dimenticati e soprattutto non indispensabili. Crediamo fermamente che un domani, un domani molto vicino, quando il silenzio di questi mesi sarà spazzato via nuovamente dalla Musica, dai concerti e dal teatro, tutti, anche i più lontani dal nostro mondo, non potranno che ammettere quanto tutto quello che noi rappresentiamo sia mancato. In ogni angolo del mondo, l’Arte rappresenta l’anima di ognuno di noi e chiunque, senza anima, ahimè, non può definirsi realmente vivo.