Da venerdì 8 novembre sarà in rotazione radiofonica “Stringimo Le Mani”, il nuovo singolo di Radiosuoff, pseudonimo di Luca Laruccia. “Guardarti piangere se ti regalo New York ed essere felici anche se non vedremo Bangkok”. Questo è “Stringimi le mani”, il linguaggio di Radiosuoff, un cantautore contemporaneo del terzo millennio che seppur attratto dall’esigenza irresistibile dell’innovazione non dimentica la sua ricercata e sincera italianità. «Ho scelto questo brano – racconta l’artista a proposito del nuovo singolo – perché è il più intimo dell’album. In questo momento rappresenta il mio modo di vedere e raccontare le cose. Un cantautore cammina sempre con la sua musica accanto e con lei attraversa tutte le fasi della vita. Ogni minuto insieme diventa qualcosa che appena un attimo prima non c’era». “Stringimi le mani” è accompagnato da un videoclip diretto da Pablo Mutti. La semplicità di un amore. Un sogno. I ruoli che si scambiano e oltrepassano la quotidianità dando nuova vita. L’amore c’è e resterà. Il tuo vero nome è Luca Laruccia, come mai hai scelto di chiamarti “Radiosuoff”? «Ho scelto di chiamarmi “Radiosuoff” perché sono dell’idea che la radio sia un mezzo fondamentale per la diffusione di un brano, ma quando hai la fortuna di esibirti davanti ad un pubblico, lo stesso brano si veste di una magia differente e diventa intimo, quasi un segreto tra te ed il pubblico.». Hai dichiarato che “Stringimi le mani”, il tuo nuovo singolo è la canzone più intima di quello che sarà il tuo disco. Com’è nato questo brano? «“Stringimi le mani” è il brano più intimo del mio percorso di autore, nasce dalla voglia di far notare che viviamo sotto i riflettori, pur non essendo “famosi” i social ci danno oramai una visibilità in un tempo impensabile e sprechiamo il nostro tempo ad inseguire l’arcobaleno piuttosto che ricordare quanto sia vero il semplice “stringersi le mani”.». E del videoclip qui in anteprima cosa puoi dirci? Cosa ricordi delle riprese? «Il video per me è stato speciale perché ha tradotto in immagine quello che volevo dire, delle riprese ricordo la mia timidezza nel vedere i riflettori, i cambi d’abito, il trucco e di contro la naturalezza della protagonista che a differenza mia si sentiva a “casa”.». Quali sono le tue opinioni riguardo alla scena musicale italiana? «La musica italiana non mi sta entusiasmando ultimamente tranne alcuni casi, io nasco con Battisti con Battiato ed ho come mentore e produttore Marco Falagiani, quindi ho imparato a scrivere in maniera diversa, più pensata, più ricercata. Oggi sembra quasi che si dia importanza ad altro e faccio fatica a capirne il senso. La musica è poesia accompagnata da strumenti musicali e da melodie straordinarie, così invece è un’altra cosa. Sto apprezzando molto la scena indipendente.». Prossimi impegni a breve e lungo termine? «Mi sto concentrando sulla scrittura di nuovi brani cercando di amalgamare testi al limite con il cantautorato a melodie tipicamente pop.». –
Leggi su:Primapress