«Rinascere insieme, dopo gli inciampi della vita»: il quartetto originale composto da Angela Brambati, Angelo Sotgiu, Franco Gatti e Marina Occhiena si riunisce all’Ariston
«Ma chi non ci conosce? È una vita che esistiamo». I Ricchi e Poveri sono una storia di successo, sogno, separazione, dolore. E da oggi sono anche la storia di un ritorno. Di un rinascere a cinquant’anni da La prima cosa bella: Angela Brambati e Angelo Sotgiu, gli ultimi due componenti del gruppo, Franco Gatti, che li aveva abbandonati nel 2016 per «sopraggiunti limiti di età», e Marina Occhiena, che decise di intraprendere la carriera da solista nel 1981.
«Qui a Sanremo abbiamo sempre fatto parte dell’arredamento», dice Gatti.
«E Marina è ringiovanita». «Mi sono messa in naftalina». «Eravamo quattro ragazzotti sgangherati: ci univa la musica. Poi, con il passare degli anni, c’è stato qualche inciampo in questa vita, e io lo so bene (la band sarebbe dovuta salire sul palco dell’Ariston nel 2013 per ricevere il premio alla carriera: occasione sfumata per via del grave lutto che colpì proprio Franco Gatti, che proprio in quei giorni perse il figlio ventiduenne) , ma dato che siamo sempre stati degli inguaribili romantici idealisti abbiamo sempre pensato: “Siamo partiti in quattro, e dobbiamo arrivare in quattro”: è inutile che Fiorello vuole infilarsi. L’amicizia è uno dei valori che ci rimane, e noi siamo una seconda famiglia».
«Abbiamo ritrovato delle foto d’epoca», racconta Angela Brambati, «Marina era una ragazzina bellissima, con questi capelli lunghi, e noi facevamo la maglia, i maglioni. Nella pausa della tournée, tiravamo fuori gli aghi, te lo ricordi? Ora non lo sappiamo, Che sarà, che sarà che sarà…».
I motivi veri della rottura (dopo la quale si erano esibiti solo per il pubblico russo): «Marina non ha rubato niente a nessuno», ricostruisce Franco Gatti. «Perché l’amore di Angela con il suo compagno erano già sfilacciate». «Io volevo solo uscire dal gruppo per esigenze personali», interviene la Occhiena. «Ma basta, siamo qui a festeggiare l’esserci ritrovati», chiude la Brambati, «la grande gioia di ricantare insieme. Abbiamo iniziato in quattro, dovevamo finire in quattro».
Gli omaggi. «Sul palco dell’Ariston facciamo Se mi innamoro, Sarà perché ti amo, La prima cosa bella, Che sarà, Mamma Maria. E una sorpresa. Diremo grazie a Fabrizio De André che ci ha scoperti. A Califano che ci ha dato il nome, e portati al successo».
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