Mi ricordo che nel 2008 rimasi colpito da questa teoria formulata su WIRED da un tale KEVIN KELLY, il quale, col concretizzarsi del dominio di Spotify & Co., anticipò un suo pensiero che per comodità di tutti divenne LA TEORIA DEI 1000 VERI FANS.
Il panorama musicale contemporaneo è dominato da algoritmi e playlist impersonali ed il concetto di superfan sta emergendo come una possibile ancora di salvezza per artisti e case discografiche. La “teoria dei 1000 veri fan” di Kevin Kelly, secondo cui un artista può sostenere la propria carriera con una base solida di fan disposti a investire direttamente nel suo lavoro, sembra oggi più attuale che mai. E ora, con Warner Music pronta a lanciare la sua app Superfan, il settore sembra finalmente riconoscere il valore di questa nicchia di ascoltatori ipercoinvolti.
Saranno i Superfans a dare a tutti una speranza di sopravvivenza nel mercato discografico?
I superfan non sono semplici ascoltatori occasionali. Sono coloro che comprano vinili, partecipano ai concerti, acquistano merchandising e seguono ogni mossa del loro artista preferito. Secondo uno studio di Universal Music Group, i superfan rappresentano il 20-30% degli ascoltatori , ma generano oltre il 70% delle entrate nel mercato della musica registrata. Questo significa che, mentre la massa consuma musica in modo passivo, i superfan sono quelli che realmente sostengono gli artisti.
La teoria di Kelly suggerisce che un artista indipendente, con 1000 fan disposti a spendere almeno 100 dollari all’anno , può costruire una carriera sostenibile senza dover inseguire il successo mainstream. In un’epoca in cui lo streaming paga frazioni di centesimo per ogni ascolto, questa idea diventa sempre più allettante.
Per questo penso che la decisione di Warner Music di sviluppare un’app dedicata ai superfan non sia casuale.
Il successo di piattaforme come Weverse (che si impegna a creare un ambiente dove artisti e fan possano interagire in modo genuino e significativo grazie a contenuti esclusivi e di alta qualità non reperibili su altre piattaforme) o come la sua diretta concorrente Berrizha, ha dimostrato che i fan più devoti sono disposti a pagare per esperienze esclusive, contenuti premium e interazioni dirette con gli artisti. Warner sta cercando di replicare questo modello, offrendo agli artisti un modo per monetizzare il rapporto con i loro fan più fedeli.
L’app Superfan, attualmente in fase di test con Ed Sheeran come primo artista coinvolto, promette di creare un ambiente in cui i fan possano accedere a contenuti esclusivi, interagire direttamente con i loro idoli e ottenere vantaggi speciali. Se il progetto avrà successo, potrebbe ridefinire il modo in cui gli artisti costruiscono il loro pubblico e generano entrate.
E allora è finalmente questo Il Futuro della Musica? Quello con meno streaming, più relazione?
L’industria musicale ha sempre cercato di massimizzare i profitti attraverso la quantità di ascolti, ma il modello del superfan suggerisce un approccio diverso: meno pubblico generico, più relazioni profonde . Se gli artisti riusciranno a costruire comunità solide attorno ai loro fan più fedeli, potrebbero finalmente liberarsi dalla dipendenza dai numeri dello streaming e tornare a un rapporto più diretto e autentico con il pubblico.
Come diceva David Bowie: “La musica stessa è diventata come l’acqua corrente o l’elettricità. È gratis e ovunque. Quindi il valore reale sta nell’esperienza.”
E forse, proprio grazie ai superfan, l’industria musicale potrebbe riscoprire il valore dell’esperienza e della connessione umana.
Penso sempre ad un modello di sostenibilità che non dipenda esclusivamente dallo streaming, e forse questa potrebbe essere una prima strada da percorrere
Ora bisognerà capire se gli artisti sapranno sfruttare questa opportunità e se i fan saranno davvero disposti a pagare per un rapporto più diretto con i loro idoli.
Il futuro della musica potrebbe dipendere proprio da loro.