Maldamore è l’ultimo singolo di Simona Molinari, uno spaccato ironico di tutte le infinite definizioni e dei molteplici significati che può assumere l’amore.
L’ha scritto insieme ad Amara. «Siamo sorelle di vita e di casa discografica», spiega la cantautrice napoletana, reduce da una bella serata al Teatro Antico di Taormina intitolata Simona Molinari & Friends.
«Il nostro produttore – prosegue – ci ha regalato tre giorni di relax dandoci l’indirizzo del posto che ci avrebbe ospitato. Siamo partite in maniera del tutto zingara e siamo finite a Città della Pieve: non abbiamo mai smesso di chiacchierare, neanche di notte. Quando siamo tornate a casa di Erika abbiamo buttato giù testo ritmo e melodia…è stato bellissimo!».
L’uscita del brano è stata anticipata da alcuni video pubblicati sulla sua pagina Facebook di suoi colleghi (e non solo) che spiegavano il loro modo di intendere l’amore. Cos’è per lei l’amore?
Sai, ad ogni età ti avrei dato una risposta diversa. In generale direi che l’amore è l’essenza della vita, è ciò che mi tiene in vita, è energia. Nel pratico direi che oggi ciò che alimenta e tiene viva quell’energia sono i progetti condivisi. Nella mia vita personale quelli con il mio compagno: la costruzione della mia famiglia, la crescita di mia figlia, la sua felicità, la mia felicità. Nella mia vita lavorativa quelli condivisi con il mio produttore: la musica che arriverà, i nuovi obiettivi. Sono progetti impegnativi ma talmente belli che ci vorrà tutta la cura e il tempo del mondo per perseguirli. Ecco, quella cura e quel tempo donato oggi per me incarnano l’amore.
La prima volta che si è innamorata?
Credo che il mio primo grande amore vero sia stato proprio la musica.
Ed ora è innamorata?
Oggi non sono innamorata, oggi amo profondamente.
L’amore è anche quello che si nutre verso i figli. Che rapporto ha con sua figlia?
Credo che Anita sia la più grande, intensa, complicata e vera storia d’amore della mia vita. Una storia che passa attraverso il sacrificio, la cura, il dono del tempo, la contemplazione, il continuo interrogarsi. Non penso di essere speciale, sono una mamma come tante, che ama alla follia.
Dicono che le più belle canzoni nascono quando si soffre per amore. Per lei è così?
Sì, il periodo in cui ho sofferto per amore ho scritto tutte le canzoni importanti fino ad ora. Spesso ancora oggi, quando scrivo, sento la necessità di sintonizzarmi su determinate frequenze che hanno attraversato la mia vita. Il “maldamore” fa scrivere molto più dell’amore, ahimé!
Ha mai tradito o scoperto di essere stata tradita?
Sono stata tradita abbondantemente nel corso delle mie storie e storielle. Ma i tradimenti che più mi hanno fatto male non sono quelli sessuali. Anche un ti amo detto per gioco o superficialità è un tradimento, un inganno che fa molto più male.
Maldamore anticipa il suo prossimo album, il sesto della sua carriera. Cosa mi può anticipare?
Sarà un album che parlerà dell’amore, in tutte le sue fasi, con provocazioni e punti di vista insoliti.
Ha sempre spaziato dal jazz al pop. Anche il prossimo disco sarà un lavoro pieno di contaminazioni?
Credo proprio di sì, non è una cosa cercata. Ogni canzone ha un suo carattere ed è un mix unico di emozione, momento, stato d’animo e gusto personale.
Alla musica si è avvicinata da piccola. Questa passione com’è nata?
Credo che il mio senso più sviluppato sia l’orecchio. Per me anche la vita ha un suo suono. Vivo attraverso ciò che sento, la musica mi emoziona, una voce mi può sedurre, un suono mi fa scattare, una frequenza mi dà i brividi e le parole mi fanno innamorare. Credo che la mia natura mi abbia portata inevitabilmente lì.
Ricorda un episodio off degli inizi della sua carriera?
Ricordo il primo giorno di selezione a Sanremolab, ero in un momento difficile della mia vita. CantaiEgocentrica e la cantai malissimo, nonostante già da anni frequentavo palchi importanti che erano descritti abbondantemente nel mio curriculum. Subito dopo la mia esibizione, mentre uscivo sconsolata, mi raggiunse Massimo Cotto, allora presidente di giuria. Mi disse: “Simona, il tuo brano è tra i più forti, tu ci piaci molto ma ti mandiamo avanti solo se nella prossima esibizione ci fai ascoltare la cantante che è descritta nel tuo curriculum, devi dimostrarci che sei pronta per l’Ariston”.
Il momento più emozionante del suo percorso artistico?
Credo sia stato quello!
Un momento che, invece, vorrebbe poter cancellare?
In realtà non mi viene in mente…avrei detto esattamente quel primo provino, ma quella défaillance, quel discorso, hanno costruito e sono stati una pietra miliare per tutti gli anni a venire. Sbagliare è l’unica strada per diventare grandi.
A Sanremo, nel 2009, ha duettato con Ornella Vanoni, con la quale è successivamente tornata a collaborare. Com’è stato collaborare con lei?
Bellissimo, ricordo tutto di quelle esibizioni, la guardavo, la studiavo, subivo il suo fascino…una donna forte e fragile allo stesso tempo, il cui canto raccontava tutto.
E’ cresciuta all’Aquila e dopo poche settimane dal terremoto del 2009 ha registrato con il pianista Nazzareno Carusi il singolo Ninna nanna, con lo scopo di raccogliere fondi. Che ricordi ha del terremoto e, ad oggi, pensa che sia stato fatto abbastanza per le popolazioni colpite dal sisma?
È stato un momento difficile, penso sia stato fatto molto e molto deve essere ancora fatto. Mi ha commosso molto la partecipazione dell’Italia intera!
La recitazione è, insieme alla musica, una sua grande passione.
Lo considero il mio hobby. Mi piace pensare di poter vestire i panni di qualcun altro. Mi piace perché ti porta a studiare per scoprire e guardare le cose e la vita con gli occhi di un’altra persona.
E’ la madrina del Premio Bianca D’Aponte, una vetrina importante per le giovani cantautrici. Chi è stato il primo ad accorgersi nel suo talento e a credere in lei?
Il mio produttore Carlo Avarello. Ho avuto altre esperienze prima di lui, ma nessuno come lui ci ha mai creduto così tanto, in alcuni momenti ci ha creduto più di me. Abbiamo costruito questo percorso con vero amore, stima, cura e siamo rimasti insieme anche dietro le porte chiuse. Non ne esistono molti di produttori come il mio.
C’è invece qualche giovane cantautore o cantautrice su cui scommetterebbe?
Come cantautrice credo che sentiremo in giro tante bellissime canzoni di Amara. Sa raccontare con semplicità e passione la vita di tutti noi. C’è inoltre una ragazza di grande talento musicale che ho ascoltato ultimamente. Ha un timbro bellissimo, grinta e tecnica. E’ molto giovane ma ha già tutte le caratteristiche per diventare una grande cantante. Sto parlando di Carmen Ferreri. Se tornasse di moda cantare veramente, la vedremmo svettare nelle classifiche.
In ultimo, me lo confida un suo sogno nel cassetto?
Ho 35 anni e ho realizzato gran parte dei miei sogni, sono una persona molto fortunata. Questa estate ne realizzerò uno enorme che è quello di recitare in un film…appena finite le riprese dovrò mettermi in moto per costruirne di nuovi perché in questo momento sono nel centro della mia serenità e sto talmente bene che rischio di fermarmi qui.
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